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	 21 dicembre 2006 
  
Piergiorgio Welby è morto
	La sofferenza di Piergiorgio è finita questa notte. Si chiude la sua 
	storia ma molti sono gli interrogativi che ancora rimangono aperti: solo 
	ieri il Consiglio Superiore della Sanità dichiarava che "le cure che 
	mantengono in vita non si possono considerare accanimento terapeutico". La 
	questione sull'eutanasia aperta tuttora tiene divisi i pensieri degli 
	italiani, indistintamente, che si tratti di dottori, politici, cittadini. Ma 
	se si pensa alle persone che sopravvivono grazie ad una macchina ma che sono 
	impossibilitate ad esprimersi, che sono incoscienti e non possono comunicare 
	la loro volontà di vivere o morire, il dramma è ancora più atroce ed 
	evidente. Se volete esprimere la vostra opinione scrivetela ed inviatecela, 
	la pubblicheremo qui o in uno spazio dedicato, sarà un modo per confrontarsi 
	su questa difficile materia priva ancora di ogni elemento legislativo ma 
	bisognosa di un chiaro riconoscimento.
redazione Consequor: info@consequor.it 
; webmaster@consequor.it 
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	13 dicembre 2006 
Ratificato all'ONU il Documento sui diritti delle persone 
disabili.
Dopo 8 sessioni di lavoro, ben 5 anni, trovato l’accordo sul testo elaborato 
dalla Commissione ad hoc d'Assemblea Generale delle Nazioni Unite per la 
convenzione internazionale sui diritti delle persone disabili.
La convenzione arriva al termine di anni di negoziati e sarà adottata per 
consenso da 192 paesi membri dell’ONU.
Si tratta del PRIMO GRANDE TRATTATO SUI DIRITTI UMANI DEL XXI SECOLO 
ratificato il 13 dicembre scorso sotto l’egida del Segretario Generale dell’ONU 
Kofi Annan, ed entrerà in vigore dopo la ratifica di almeno 20 Paesi.
Dal documento, circa 50 articoli, emerge l’intento di 
promuovere, proteggere e garantire il totale rispetto dei diritti umani e delle 
libertà fondamentali dei disabili, puntando sul rispetto della loro dignità di 
persone.
Per la prima volta, si tenta di eliminare radicalmente qualsiasi forma di 
discriminazione culturale nei confronti delle persone disabili. E, secondo 
quanto recita il testo ONU, “i Paesi firmatari dovranno evitare pratiche 
discriminatorie al loro interno nei confronti di persone con disabilità e 
dovranno assicurare loro l’inserimento completo nelle società garantendo pari 
opportunità.” 
La prossima tappa - 
anch'essa quanto mai attesa - è a questo punto quella della ratifica e 
implementazione da parte dei 192 Stati membri dell'ONU e quella dell'entrata in 
vigore della Convenzione la quale, vale la pena ricordarlo, scatterà dopo che 
almeno 20 Paesi avranno fatto proprio l'importante documento". 
Ecco il
link al testo integrale (in 
inglese).
 
 
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	1 dicembre 2006 
 
 TORINO - Il Centro Servizi CSV Idea Solidale e la Consulta per le persone in 
difficoltà C.P.D. organizzano tre giornate dedicate ai disabili, tra convegni, 
vetrina della solidarietà con l'insieme di associazioni (anche noi di Consequor 
insieme a DATARC), comicità con David Anzalone e Dolcenera che parteciperanno 
anche allo spettacolo teatrale conclusivo al  Teatro Piccolo Regio la sera 
del 3 dicembre. Il programma è consultabile sul sito
www.3dicembre.it .
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	20 novembre 2006
TORINO - Il prossimo 25 novembre si terrà il secondo incontro di Pianetabile 
(www.pianetabile.it) sul tema della Vita 
Indipendente, presso l'Associazione Ideasolidale in Corso Novara 64. 
Nell'incontro verrà presentato il documentario "Pinocchio una storia vera" 
realizzato con il regista Andrea Icardi, che ha partecipato il Film Festival di 
Torino ed al Salus Film Festival di Terni.
Programma:
13.30
Benvenuto e presentazione dell'incontro
Presentazione del documentario "Pinocchio è una storia vera" da parte del 
regista Andrea Icardi e  proiezione
14.30
Dibattito e relazione di Giancarlo Posati sulla Legge 162/98 e la Vita 
Indipendente
Intervento di Carlo Mariano Sartoris – architetto e scrittore: “Prevenzione e 
reinserimento post trauma”
15.30
Dimostrazione sull’utilizzo di FaceMouse da parte dell’ing. Simone Soria
16.45
Coffee break offerto da ASTRATECH
Distribuzione gratuita zainetti COLOPLAST contenenti il dvd “Pinocchio è una 
storia vera” e altro materiale
Carlo, Gabriele (autore di: Kamasutra dei disabili) e Santina ci vendono le loro 
pubblicazioni. Santina
espone alcuni dei suoi dipinti
17.00
Intervento di Santina Portelli – psicologa e pittrice: L'indipendenza: una meta 
da raggiungere, come?
“Dall'assistenza all'esistenza, dall'esistenza a condividere esistenza”
17.30
"Donne, disabilità e vita indipendente", relazione della dott.ssa Carla Castagna
18.15
Saluti e ringraziamenti
scarica la locandina (formato Pdf)
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	27 ottobre 2006
	Disabilità e vita indipendente: a Udine 
	nasce una nuova “Sfida” 
	
 
UDINE - Si tratta della prima impresa sociale a servizio delle persone 
disabili e delle loro famiglie creata da disabili (i tre soci fondatori). 
Mission dell'agenzia è quella di promuovere la pratica della vita indipendente 
tra le persone disabili e tra tutti coloro che, per una ragione o per l'altra, 
si trovino nello stato di dover chiedere assistenza per svolgere le normali 
operazioni della vita quotidiana. L'agenzia diffonderà sul territorio la pratica 
della vita indipendente mettendo in campo soluzioni ai principali problemi che i 
potenziali beneficiari di questa filosofia si trovano ad affrontare. Per questo, 
la nuova cooperativa si muoverà sostanzialmente su due canali di attività: la 
formazione degli assistenti personali o badanti e degli stessi disabili (che 
devono imparare ad adattarsi l'uno all'altro) e la consulenza alle persone con 
disabilità su tutti i temi che riguardano l'autonomia, l'occupabilità e l' 
imprenditorialità. 
"L'esperienza della cooperativa nasce da una presa d'atto della situazione di 
estrema difficoltà, per i disabili della nostra zona e in generale in tutta 
Italia, a reperire assistenti personali qualificati" commenta Stefano Baldini, 
uno dei soci fondatori. "Non è semplice assistere un disabile, e non è semplice 
per il disabile adattarsi all'assistente" continua Baldini. L' assistente 
personale è, di fatto, un prolungamento del disabile e un anello di congiunzione 
che lo ricollega alla vita quotidiana e gli ridona l'autonomia. Una formazione 
adeguata per gli assistenti spesso non esiste, la persona impara direttamente 
"sul campo", con tutte le problematiche di relazione che questo comporta. Molto 
è legato alla predisposizione e alla buona volontà dell'assistente a integrarsi 
nella quotidianità del disabile. La nostra cooperativa nasce dalla volontà di 
far diventare impresa ciò che prima era una semplice attività di passaparola: il 
nostro presidente, Roby Margutti, persona di riferimento in regione per la vita 
indipendente, riceveva da amici e conoscenti decine di richieste di aiuto per 
trovare gli assistenti personali "giusti". Una situazione che, da solo, Margutti, 
anche lui disabile grave, non riusciva più a gestire. Allora ci siamo chiesti: 
perché non creare un vero e proprio servizio di consulenza e formazione?". 
La cooperativa "La sfida" mira dunque a formare assistenti personali e disabili 
organizzando corsi sia in Italia sia all'estero. Grazie alla collaborazione con 
un gruppo di italiani attivi in Romania legati ad un centro Caritas locale e 
vista la maggiore predisposizione dei rumeni a svolgere questo tipo di attività, 
verranno svolti direttamente in Romania dei corsi per assistenti personali, con 
l'obiettivo di far arrivare poi i formati in Italia sulla base delle richieste 
delle famiglie. Un servizio che diventa dunque anche regolazione dei flussi 
migratori. 
Ma "La sfida" non è solo formazione. La cooperativa mira infatti a fornire al 
disabile un servizio a 360 gradi. Attraverso consulenza telefonica, telematica 
(via email e videoconferenza con webcam) la nuova onlus offre infatti aiuto nel 
reperimento e selezione di assistenti personali e badanti; informazione sulla 
normativa in favore delle persone con disabilità, consulenza sull'inserimento 
lavorativo, sulla mobilità delle persone disabili e sulle barriere 
architettoniche; informazioni su sport per disabili, turismo accessibile, 
riabilitazione; organizzazione di attività di socializzazione per persone 
disabili, verifica dell'accessibilità dei siti web pubblici e privati. 
"Attraverso convenzioni con gli enti pubblici, puntiamo a creare dei veri e 
propri Servizi di consulenza per i disabili con costi notevolmente più bassi per 
le amministrazioni pubbliche e nessun aggravio economico sulla persona disabile" 
commenta Baldini
Fonte: Superabile
 
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	26 agosto 2006
		
La Commissione ONU approva la Carta sui 
	diritti dei disabili
	NAZIONI UNITE (fonte:
Reuters 26-8-2006) - Un 
trattato per il rispetto dei diritti di 650 milioni di persone disabili nel 
mondo ha compiuto ieri un passo decisivo con l'approvazione da parte della 
Commissione dell'assemblea generale Onu della bozza sulla convenzione.I testo 
verrà ora sottoposto all'attenzione dell'assemblea generale delle 192 nazioni, 
che si prevede l'approverà nel corso della sua 61esima sessione annuale in 
programma all'inizio del prossimo mese.
 Il documento sarà poi pronto per essere 
firmato e finalmente ratificato.La convenzione , che potrebbe entrare in vigore nel 
2008 o 2009, richiederà alle nazioni di ratificarla adottando leggi che 
proibiscano la discriminazione sulla basi di qualsiasi forma di disabilità, 
dalla cecità alla malattia mentale. 
Le nazioni dovranno anche eliminare ogni 
legge discriminatoria.La convenzione obbligherà anche i governi a combattere 
contro gli stereotipi ed i pregiudizi e promuovere la consapevolezza delle 
capacità delle persone disabili e dei loro contributi alla società.
Il documento proteggerà anche il diritto alla vita dei 
neonati venuti alla luce con handicap, e garantirà che i bimbi con invalidità 
non verranno separati dia genitori contro la loro volontà.
Per realizzare il 
	trattato un comitato dell'assemblea generale che comprende tutti i 192 stati 
	membri ha lavorato a partire dal 2001. 
 "State mandando il messaggio che vogliamo vivere con dignità per tutti 
e che tutti gli esseri umani sono uguali", ha detto il presidente dell'assemblea Jan Eliasson elogiando i delegati per l'approvazione della bozza all'unanimità, 
senza bisogno di ponteggio di voti.
Vai al 
testo del documento (inglese)
Vai al sito dell'ONU
 
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8 Marzo 2006 
Si e' tenuta a Padova la conferenza regionale su diritti umani e 
strumenti di tutela
Si è tenuta a Padova, al Centro "Papa Luciani", la Conferenza regionale sulla 
disabilità, incentrata sul tema dei diritti umani e strumenti di tutela, 
promossa dalla Giunta regionale e dell'Osservatorio regionale handicap.
L'iniziativa ha consentito di fare il punto sul cammino istituzionale percorso a 
favore dei disabili in questi anni e di annunciare le iniziative future per dare 
pienezza di cittadinanza alle persone con disabilità.
I diversi interventi di esponenti della Regione Veneto, delle Associazioni dei 
disabili, dell'Università di Padova, di rappresentanti delle Aziende Ullss, 
delle cooperative sociali, hanno messo in evidenza come, nel corso di questi 
anni, grazie all'impegno dei disabili stessi, dei loro familiari e delle loro 
associazioni, delle cooperative sociali, del volontariato, dei servizi sociali e 
sanitari sia stato realizzato un sistema integrato di servizi territoriali che 
hanno migliorato le risposte di assistenza sanitaria e sociale alle persone con 
disabilità.
In sintesi, l'impegno della Regione Veneto su tale campo si è concretizzato 
passando nell'ultimo quinquennio da 33 a 76 milioni di euro stanziati 
a favore delle persone con disabilità. E ancora su altri diversi aspetti: 
integrazione scolastica (nel 2003/2004 sono stati certificati 9491 bambini di 
cui 2648 seguiti dal personale sociosanitario dell'Ulss); inserimento 
lavorativo, un diritto imprescindibile per integrare i disabili nell'economia e 
nella società in generale (il Veneto, con la legge regionale n. 16 del 2002, ha 
potenziando e razionalizzato l'attività dei servizi di integrazione lavorativa); 
i Centri Educativi Occupazionali Diurni (CEOD) la risposta più consolidata ai 
disabili gravi e alle loro famiglie (oggi, nel Veneto, sono presenti 249 CEOD, 
73 pubblici e 176 privati che ospitano 5321 disabili); i servizi residenziali, 
che si orientano sempre più sulle piccole dimensioni e che rispondono alle 
persone disabili prive, anche temporaneamente, del sostegno della famiglia (le 
persone disabili ospitate nei servizi residenziali sono state 2.631, distribuite 
in strutture con diversa capacità ricettiva e con modelli organizzativi 
multimodali).
Sono stati ricordati, inoltre, i provvedimenti a favore delle persone con 
disabilità grave per offrire alla famiglia un concreto sostegno e permettere 
la costruzione di percorsi di vita indipendente ma anche servizi di 
sollievo e di accoglienza temporanea legate alla soddisfazione di particolari 
necessità della famiglia. A questo scopo, la Regione con un provvedimento del 
2001 ha assegnato buoni servizio ed assegni di sollievo, privilegiando la 
determinazione autonoma della famiglia nella scelta delle modalità di 
assistenza.
E' stata ricordata, infine, la recente proposta di legge d'iniziativa della 
Giunta regionale che istituisce un fondo per finanziare il superamento delle 
barriere architettoniche negli edifici pubblici e privati, anche attraverso 
l'utilizzo di ausili tecnici e tecnologici.
[Ufficio Stampa Regione Veneto]
 
Ed a proposito di...
25 Gennaio 2006 
 
''La cosa più importante che la Regione Veneto può fare per sostenere la 
'vita indipendente' delle persone con disabilità è ciò che stiamo già 
facendo: farci carico complessivamente e in modo individuale e personalizzato 
della persona, rispondendo alle sue esigenze con servizi domiciliari 
territoriali potenziati e razionalizzati, con un aumento costante, come è stato 
in questi ultimi anni, di risorse regionali pur a fronte di trasferimenti 
nazionali sempre più esigui''.
Così Antonio De Poli, Assessore regionale alle politiche sociali, risponde al 
consigliere regionale Pettenò sui progetti di ''Vita indipendente'' destinati a 
sostenere la vita autonoma della persone con disabilità grave. L'Assessore 
regionale ricorda che la Regione Veneto, dal 2000 ad oggi, e' passata 
dall'impegno di 24 milioni di euro nel settore della residenzialità per i 
disabili a più di 70 milioni di euro attuali. Per quanto invece riguarda il 
Fondo della domiciliarità sono circa 18 i milioni di euro destinati dalla 
programmazione regionale nei quali confluiscono, appunto, le risorse per i 
progetti di ''vita indipendente (ai quali la Regione quest'anno destinerà oltre 
5 milioni di euro), gli interventi previsti dalla legge 28 (contributi 
per chi assiste in casa persone congiunte disabili) per la quale sono assegnati 
6 milioni di euro, mentre 4 milioni di euro sono previsti per gli interventi 
sulla disabilità indicati dalla specifica legge nazionale n. 162 del 1998. 
Infine, tra le altre voci di spesa rimanenti per il settore, De Poli ricorda la 
riconferma degli stanziamenti regionali di 3,5 milioni di euro per 
l'abbattimento delle barriere architettoniche. ''Una mole di risorse e di 
interventi - conclude l'Assessore regionale - che non è certo marginale e che 
rende evidente il nostro impegno istituzionale per rendere sempre piu' concreto 
il diritto di cittadinanza delle persone con disabilità".
[Ufficio Stampa Regione Veneto]
 
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											Febbraio 
											2006
											Disabili: terza 
											nazione al mondo 
 
										
											Si è 
											conclusa all'Onu, nel disinteresse 
											generale, la conferenza sui 
											«diversamente abili». Eppure sono 
											ben 600 milioni 
										 
 
								 
							 
							DAL NOSTRO INVIATO NEW YORK – La 
							delegata con i capelli tagliati corti e la cuffia 
							della traduzione simultanea, seduta nella sala a 
							semicerchio delle Nazioni Unite davanti a una 
							targhetta con la scritta Germany, indossa la tipica 
							divisa di lavoro della donna manager. Tailleur con 
							pantaloni grigio scuro e valigetta nera un po’ 
							imbottita per il computer. Ma qualcosa di inconsueto 
							la distingue. La delegata-manager, mentre ascolta in 
							cuffia, con le dita scalze del piede sinistro, dove 
							all’altezza della caviglia si nota l’orologio, 
							scorre l’ordine del giorno e con il piede destro 
							batte velocemente i tasti del computer, sistemato in 
							basso su un tavolinetto. Tocco tipicamente 
							femminile, il terzo e il quarto alluce sono 
							ingentiliti da due anelli. Ogni tanto, con 
							disinvoltura da ginnasta, la donna ripiega ad angolo 
							una gamba verso l’alto e si concede una pausa, 
							appoggiando la faccia sul tallone. Chi, dopo avere 
							visto questa scena, si sentirà di usare un’altra 
							volta la parola offensiva «minorato»? Nella sala 
							numero 4 dove per tre settimane si è riunito il 
							comitato per la nuova Convenzione internazionale 
							sulle persone disabili, in un angolo si trovano le 
							copie di tutti gli atti in Braille, che permettono 
							anche ai ciechi di seguire i lavori e intervenire 
							alla pari dei vedenti. Elementare si dirà. Ma in 
							molti Paesi, dove nessuno pensa ancora di introdurre 
							le schede elettorali Braille, il non vedente, per 
							esercitare il suo diritto di voto, dipende dalla 
							benevolenza di accompagnatori e scrutatori. Sul lato 
							opposto della sala un gruppo di persone gesticola 
							con grande animazione. Sono gli speciali interpreti 
							per i sordomuti che si affiancano ai traduttori 
							simultanei. Come spiegano i delegati, il popolo dei 
							600 milioni di disabili è praticamente la terza 
							«nazione» del pianeta, dopo Cina e India. 
 
						
							IN ITALIA - In Italia, aggiunge 
							Isabella Menichini del Ministero del lavoro e delle 
							politiche sociali, i disabili gravi sono oltre 3 
							milioni; ma la cifra si raddoppia tenendo conto 
							delle disabilità più lievi: in totale dunque il 10 
							per cento degli italiani. «Il problema non è solo di 
							numeri e neppure di risorse insufficienti» 
							sottolinea Pietro Barbieri, presidente della 
							Federazione Italiana Superamento Handicap. «In 
							Italia, anche se qualcosa si incomincia a fare, per 
							esempio con le deduzioni introdotte nel 2005 di 3700 
							euro dal reddito per chi ha figli disabili, occorre 
							un cambiamento radicale di mentalità. Nei treni 
							italiani, per esempio, con gli scalini di accesso e 
							le pensiline non a livello, a differenza di altri 
							paesi, il diritto dell’anziano e del disabile alla 
							mobilità esiste spesso solo sulla carta. E pesanti 
							sono le discriminazioni imposte da molte compagnie 
							aeree. Basterà ricordare la WindJet, che al disabile 
							impone la soprattassa di ben 40 euro, l’Alitalia che 
							gli assegna solo i posti in coda e la Air One che 
							nella tratta fra Cagliari e Milano addirittura non 
							lo imbarca nei primi voli del mattino». 
						
							VICENDA EMBLEMATICA - La storia di 
							Barbieri, 39 anni, paralizzato per un tuffo dalla 
							vita in giù a vent’anni quando studiava 
							architettura, è stata un vero campionario di 
							discriminazione. «L’università – ricorda – negli 
							anni Ottanta a Roma non era attrezzata per un caso 
							come il mio. Dato che avevo perso parzialmente anche 
							l’uso delle dita, i miei comprarono a loro spese un 
							costosissimo computer per il disegno assistito. Ma 
							non mi permisero di usarlo. Tutto quello che mi 
							dissero fu «che t’importa, vai, tanto ti promuovono 
							d’ufficio col 18 politico». Preferii lasciare. Ora è 
							vero, dopo vent’anni, molto sta cambiando. Le nostre 
							università ospitano 10mila studenti con disabilità 
							anche se con strutture tuttora inadeguate. Ma in 
							Germania, ad Heidelberg, una università accoglie 
							solo disabili, addirittura 5mila». Il problema, su 
							scala mondiale, è di gran lunga più drammatico. «In 
							tutto il mondo – dice l’olandese Lech Grandia 
							presidente della Federazione mondiale sordociechi - 
							il 96% dei disabili non va a scuola, spesso non può 
							votare, non può aprire un conto in banca, è fuori 
							dal mondo del lavoro, a volte gli è perfino vietato 
							di sposarsi». Ma la Convenzione internazionale in 
							che cosa può aiutare? «Sarà un grande passo avanti», 
							assicura il neozelandese Don McKay, presidente del 
							Comitato ONU che la sta elaborando. Servirà a 
							«riformare le vecchie istituzioni, che per secoli 
							hanno discriminato e ghettizzato i disabili nel 
							mondo. Dobbiamo far capire che questi 600 milioni 
							non soltanto devono godere degli stessi diritti di 
							ogni altro essere umano, ma sono anche una risorsa 
							culturale, intellettuale e perfino produttiva». 
						
						
 
						
							Fonte: Corriere della Sera
						
							Renzo Cianfanelli 
					 
				 
			 
			
				28 febbraio 2006
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		Gennaio 2006: 
		Volare in Europa: 
senza barriere dal 2008 
		
		
		Il Parlamento 
		europeo dichiara illegale il rifiuto d'imbarco di passeggeri disabili e 
		obbliga aeroporti e compagnie aeree a predisporre entro 2 anni servizi 
		di assistenza gratuita 
 
ROMA - Entro il 2008 gli 
aeroporti europei saranno completamente accessibili ai passeggeri disabili. Lo 
ha deciso il Parlamento Europeo, che il 15 dicembre ha adottato, con 506 voti 
favorevoli, 6 contrari e 1 astenuto, una risoluzione che garantirà i diritti dei 
passeggeri disabili e con mobilità limitata. 
Tre i punti cardine della 
risoluzione: il divieto di negare l’imbarco ai disabili, l’obbligo di 
un'assistenza ininterrotta dall'aeroporto di partenza fino a quello di 
destinazione, compresi scali e coincidenze, e la gratuità dei servizi 
aggiuntivi, che saranno distribuiti sul prezzo dei biglietti di tutti i 
passeggeri. In particolare l’assistenza riguarda l’imbarco e lo sbarco. A 
disposizione dei passeggeri ascensori, sedie a rotelle e l’aiuto durante gli 
spostamenti all’interno dell’aeroporto verso il banco del check-in o la sala 
ritiro bagagli, per raggiungere l’uscita o le toilette, per espletare le 
procedure di immigrazione e doganali. La richiesta di assistenza dovrà però 
pervenire almeno 48 ore prima dell’orario di partenza. 
 
La risoluzione riguarda 
soltanto gli aeroporti con un traffico di almeno 150mila passeggeri all'anno. 
Gli obblighi saranno effettivi entro il 2008, ma già dal 2007 sarà illegale 
rifiutare l'imbarco a persone disabili o a mobilità ridotta. Ad informare i 
passeggeri disabili sui loro diritti e sulle possibilità di reclamo presso gli 
organismi designati saranno gli Stati membri, che dovranno anche verificare 
l'applicazione della risoluzione. Uniche deroga prevista: se le dimensioni 
dell’aeromobile o dei suoi portelloni rendono impossibile il trasporto di 
disabili per motivi di sicurezza. Ma in tal caso saranno offerte alternative 
accettabili: il rimborso del biglietto o la possibilità di prenotare un altro 
volo. Bruxelles inoltre raccomanda ad aeroporti e compagnie di progettare nuovi 
terminal e aerei tenendo sempre conto delle esigenze dei passeggeri disabili
.
La notizia è stata "accolta con entusiasmo" 
da Roy Griffins, presidente dell'Aci (Airport Council International), la società 
che raccoglie i proprietari del 90% degli scali europei. Yannis Vardakastanis, 
presidente della Edf (European disabled forum) - il forum delle principali 
associazioni di persone disabili in Europa che ha fortemente richiesto questa 
risoluzione - ha dichiarato che la norma mostra la volontà dell'Europa di porre 
fine ad una discriminazione "incredibile", ma ha ricordato che occorre 
migliorare ancora la legislazione affinché "le persone disabili abbiano accesso 
a tutti i beni e i servizi".
Fonte:http://www.superabile.it
 
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									Anche la Toscana contro la partecipazione 
									alla spesa 
								 
								(a cura di Crizia Narduzzo) 
							 
							
								
									
										Anche la Regione Toscana - come le 
										Marche - riconosce ufficialmente 
										l’illegittimità delle richieste di 
										sostegno economico avanzate da enti e 
										istituzioni verso i familiari di persone 
										con disabilità grave e di anziani non 
										autosufficienti
								 
							 
						 
					 
				 
			 
		 
	 
 
	
		
			
				
					
						
							
								
									
										Proprio all’inizio di gennaio è arrivato 
										dalla Giunta Regionale della
										
										Toscana il riconoscimento dell’
illegittimità 
										delle richieste di 
contributi 
										economici avanzate da enti e 
										istituzioni verso i familiari di 
										persone con disabilità grave e 
										anziani non autosufficienti.
										Questo dopo quasi un anno di grande 
										impegno profuso dall’
ADUC 
										(Associazione per i Diritti degli Utenti 
										e dei Consumatori), e in particolare dal 
										suo delegato di Pisa 
Gianfranco 
										Mannini, in una vera e propria 
										battaglia, iniziata da quest’ultimo nel 
										maggio del 2005, quando per la prima 
										volta si è rivolto ai prefetti, 
										chiedendo il loro intervento contro
										
Comuni e 
ASL 
										per le continue richieste di sostegno 
										avanzate da questi ultimi e divenute 
										ormai una sorta di consuetudine.
										
										
 Una lunga battaglia
										Nella sua prima richiesta, il delegato 
										dell’ADUC - anche in qualità di 
										presidente del Coordinamento 
										Etico dei Caregivers - 
										denunciava apertamente l'irregolarità di 
										questa modalità di agire, fondando le 
										sue affermazioni sull’articolo 25 della 
										Legge
										
										328/2000 (la cosiddetta "Riforma 
										dell'assistenza"), secondo il quale «ai 
										fini dell'accesso ai servizi 
										disciplinati dalla presente legge, la 
										verifica della condizione economica del 
										richiedente è effettuata secondo le 
										disposizioni previste dal Decreto 
										Legislativo 31 marzo 1998,
										
										n. 109, come modificato dal Decreto 
										Legislativo 3 maggio 2000,
										
										n. 130».
										Quest'ultimo stabilisce che «per le 
										prestazioni di natura socio-sanitaria 
										erogate a domicilio o in ambiente 
										residenziale a ciclo diurno o 
										continuativo, rivolte a persone con 
										handicap permanente grave, nonché a 
										soggetti ultrasessantacinquenni la cui 
										non autosufficienza fisica o psichica 
										sia stata accertata dalle Unità 
										sanitarie locali, deve essere 
										presa in considerazione la sola 
										situazione economica dell'assistito
										[grassetto nostro, N.d.R.]».
										Invece, spiegava Mannini nella sua 
										lettera, «nei casi di persone colpite da 
										handicap invalidanti o da malattie 
										croniche, gli enti pubblici, anziché 
										esprimere atti concreti di solidarietà, 
										sottraggono ai loro congiunti somme di 
										denaro non dovute, sovente di importo 
										non indifferente. A volte avviene 
										addirittura che le contribuzioni siano 
										imposte con odiosi ricatti: 
										"Se non firmate, il vostro familiare non 
										verrà ricoverato!". Le Regioni non hanno 
										assunto finora alcuna concreta 
										iniziativa per il rispetto delle leggi 
										vigenti, dando in questo modo 
										ampio spazio alle illegalità 
										compiute in materia da Comuni, Province 
										e ASL. Anzi, alcune, tra cui la Toscana, 
										hanno approvato provvedimenti in cui è 
										previsto che gli enti gestori dei 
										servizi socio-assistenziali debbano 
										pretendere contributi economici dai 
										parenti di assistiti maggiorenni 
										(coniuge, figli, genitori, nuore, 
										suoceri, fratelli e sorelle)».
										Concludendo la sua analisi, Mannini 
										rivolgeva un interrogativo ai 
										destinatari: «Perché molti 
										amministratori e operatori ritengono 
										eticamente corretta la richiesta di 
										contributi economici ai parenti tenuti 
										agli alimenti, per i servizi 
										socio-assistenziali, e nulla obiettano 
										per il mancato coinvolgimento dei 
										congiunti per attività come i 
										soggiorni di vacanza, l'affitto, 
										l'assegnazione di alloggi 
										popolari, benché anch'esse 
										abbiano natura assistenziale e i cui 
										oneri - a carico del settore pubblico - 
										siano molto gravosi e superiori ai 
										mancati introiti derivanti dalla 
										corretta applicazione delle vigenti 
										norme sui parenti tenuti agli 
										alimenti?».
										Un quesito evidentemente non semplice, 
										visti i cinque mesi che sono trascorsi 
										prima che giungesse all'ADUC anche solo 
										una risposta “difensiva” 
										(e negativa), inviata 
										dall’ASL 5 di Pisa al prefetto. 
										A questo punto l’Associazione ha deciso 
										di continuare comunque a difendere la 
										propria posizione, inviando ancora al 
										prefetto, al presidente e ad alcuni 
										assessori della Regione Toscana, oltre 
										che al direttore dei servizi sociali 
										della stessa ASL, un documento con 
										la segnalazione di avere messo 
										in mora l’Azienda Sanitaria 
										pisana, quale premessa per un’azione 
										legale.
 
										Arriva il no ai contributi
										E così - a distanza di nove 
										mesi - si è giunti alla recente risposta 
										di Aldo Ancona, 
										direttore generale per il Diritto alla 
										Salute e delle Politiche di Solidarietà 
										della Regione Toscana, il quale 
										attraverso una 
										comunicazione ufficiale ha dichiarato 
										che «in passato era consuetudine 
										introdurre nei regolamenti dei Comuni e 
										delle ASL, in particolare per quanto 
										riguardava l’inserimento di soggetti in 
										strutture residenziali, il riferimento 
										alla determinazione della retta sulla 
										base del reddito calcolato sui “tenuti 
										agli alimenti” ai sensi delle previsioni 
										del Codice Civile. D’altro canto 
										numerose sentenze, anche della Corte di 
										Cassazione, hanno ritenuto 
										illegittima questa previsione, 
										sia perché le richieste al mantenimento 
										possono essere avanzate solo 
										dall’assistito, sia perché un altro 
										soggetto, anche se pubblico, non può 
										sostituirsi al Giudice nella 
										determinazione della contribuzione. 
										Bisogna ricordare, infine, che la Legge 
										Regionale
										
										41/2005, in coerenza con la Legge 
										328/2000, prevede all’art. 47 che "il 
										concorso degli utenti ai costi delle 
										prestazioni è stabilito a seguito della 
										valutazione della situazione economica 
										del richiedente, effettuata con lo 
										strumento dell’indicatore della 
										situazione economica equivalente (ISEE)". 
										Per quanto riguarda invece le norme che 
										regolano il calcolo dell’ISEE, deve 
										essere correttamente interpretata la 
										previsione di cui all’art. 3, comma ter, del 
										Decreto Legislativo 109/98 
										modificato, dove si dice che "per 
										soggetti non autosufficienti e con 
										handicap grave deve essere presa in 
										considerazione la sola 
										situazione economica dell’assistito". 
										In questo caso, nello stesso comma, si 
										specifica come tale previsione "intenda 
										favorire la permanenza dell’assistito 
										presso il nucleo familiare di 
										appartenenza". Chiaro è che tale 
										previsione sembra doversi applicare in 
										caso di interventi domiciliari (come 
										l’assistenza integrata), ma non in caso 
										di inserimento in strutture. Peraltro, 
										non risulta ancora emanato il Decreto 
										del presidente del Consiglio dei 
										Ministri che dovrebbe dare attuazione a 
										tale previsione, mentre risultano 
										approvati altri decreti che regolano i 
										criteri di valutazione economica di 
										individuazione del nucleo familiare, di 
										calcolo della situazione reddituale e 
										patrimoniale (vedere il Decreto del 
										Presidente del Consiglio dei Ministri 
										242/2001). Si può quindi prevedere che 
										nella definizione del prossimo Piano 
										Sociale, in forma integrata 
										relativamente alle funzioni sanitarie, 
										saranno emanati specifici 
										indirizzi per l’applicazione 
										del sistema ISEE in ambito regionale 
										[grassetti nostri, N.d.R.]»
 
										Con soddisfazione ha reagito a questa 
										nota Gianfranco Mannini, il quale ha 
										voluto ribadire come «la Legge 328/2000
										garantisca l'assistenza 
										sanitaria gratuita agli 
										handicappati e agli anziani non 
										autosufficienti, ma che nella realtà le 
										Regioni (tra cui quella Toscana da cui è 
										partita la nostra iniziativa), 
										attraverso i Comuni e le USL, hanno 
										preteso per anni dai familiari l'impegno 
										scritto a versare cifre mensili per 
										ricoveri nelle Residenze Sanitarie 
										Assistenziali, oltre a ritirare 
										l'indennità di accompagnamento e parte 
										della pensione dell'assistito. Oggi Aldo 
										Ancona, responsabile della Direzione 
										Generale del Diritto alla Salute della 
										Regione Toscana, dopo la denuncia del 
										Coordinamento Etico dei Caregivers e 
										dell’ADUC, ha riconosciuto 
										l’illegittimità da parte dei 
										Comuni e delle ASL di imporre ai parenti 
										un contributo per integrare la retta. 
										Diamo quindi atto alla Regione Toscana 
										di essere tra le prime (anche le
										
										Marche, nei giorni scorsi, hanno 
										deciso in questo senso) a riconoscere 
										l’abuso compiuto contro i parenti degli 
										anziani non autosufficienti. Adesso, 
										però, pretendiamo che oltre ad informare 
										tutti i Comuni e le USL della necessità 
										di bloccare 
										tempestivamente questo 
										comportamento illegale, si 
										disponga automaticamente il 
										rimborso a coloro che 
										dall’entrata in vigore della Legge 
										328/2000 sono stati costretti a versare 
										il contributo di cui sopra. Da parte 
										nostra, come Coordinamento Etico dei 
										Caregivers e in collaborazione con l’ADUC, 
										abbiamo preparato un apposito modulo per 
										ottenere detto rimborso, che si può 
										trovare sul sito
										
										www.aduc.it».
 
								 
								
								
							 
						 
					 
				 
			 
		 
	 
 
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Dal numero 153 di febbraio 2005 della rivista DM 
(trimestrale edito dalla Direzione Nazionale dell'Unione Nazionale Lotta alla 
Distrofia Muscolare) alcuni articoli di sicuro interesse: 
vai all'articolo
 
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Prossimo Convegno di Brescia del 21 maggio 2005 sulla 
Vita Indipendente, nel quale è previsto un intervento di Gianni Pellis:
Programma 1 in Pdf
Programma 2 in Pdf
 
 
