3 dicembre…e dopo?

Pochi giorni prima del 3 dicembre, Giornata Internazionale delle persone disabili, il disegno di legge di ratifica della Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità viene approvato dal Consiglio dei ministri. E’ il primo passo verso l'entrata in vigore anche nel nostro paese del documento approvato a New York dall'Assemblea generale dell'Onu nel dicembre di due anni fa e poi sottoscritto ufficialmente dal nostro paese nel marzo del 2007. Perché la ratifica diventi operativa, dopo il via libera del governo, il disegno di legge dovrà essere esaminato ed approvato anche dal Parlamento.

Il disegno di legge di ratifica della Convenzione era approdato già un'altra volta a Palazzo Chigi: accadde un anno fa, nel dicembre 2007, quando il governo Prodi diede l'ok ad un disegno di legge che non fu poi approvato dal Parlamento a causa della caduta dell'esecutivo e del successivo scioglimento delle Camere. In previsione dell'arrivo nel provvedimento a Montecitorio, nei giorni scorsi l'attuale presidente della Camera Gianfranco Fini aveva espresso l'auspicio che "non appena il disegno di legge di ratifica sarà presentato alle Camere, queste possano garantirne l'approvazione nel minor tempo possibile", affinché possa essere compiuto un ulteriore passo avanti per "abbattere le frontiere dell'esclusione sociale e garantire uguale dignità e parità delle persone con disabilità".

La Convenzione non introduce nuovi diritti, ma si prefigge lo scopo di promuovere, proteggere e assicurare alle persone con disabilità il pieno ed eguale godimento del diritto alla vita, alla salute, all'istruzione, al lavoro, ad una vita indipendente, alla mobilità, alla libertà di espressione e in generale alla partecipazione alla vita politica e sociale. Entrata in vigore lo scorso 3 maggio, la Convenzione è stata finora ratificata da 41 nazioni: in Europa lo hanno fatto finora solamente Austria, Croazia, Ungheria, Spagna, Slovenia e San Marino.

Nella Giornata del 3 dicembre 2008, alle ore 12,00 presso la sala stampa della Camera dei Deputati, è stata presentata una proposta di legge sull’assistenza personale autogestita da parte di alcuni appartenenti al Movimento nazionale per la Vita Indipendente. Questa azione mira al riconoscimento per le persone con disabilità grave il diritto di potersi organizzare la propria esistenza evitando soluzioni semiresidenziali o residenziali che, in ogni caso, mortificano la dignità della persona disabile e della sua famiglia. La tendenza crescente delle politiche sociali e sanitarie delle nostre regioni è purtroppo quella di investire le risorse in istituti, case famiglie e centri semiresidenziali, molto spesso senza tener conto delle esigenze espresse dalla persona con disabilità. A parte pochissime regioni del Nord (Piemonte, Veneto, Friuli V.G.) che hanno attivato delibere per i progetti personali di assistenza autogestita, la situazione in tutta Italia è critica. Il Movimento nazionale per la Vita Indipendente chiede un impegno bipartisan affinché venga avviato l’esame del primo progetto di legge che, in qualche modo, vuole vedere attuati i principi della Convenzione ONU. La proposta di legge è stata sottoscritta dagli Onorevoli Mazzocchi, Argentin, Di Giuseppe, Mura, Paglia e Porcu. Attendiamo il commento nei prossimi giorni da parte del Coordinatore pro-tempore Dino Baarlam dell’Agenzia Vita Indipendente di Roma, che ha presenziato l’avvenimento.

Cosa succederà dopo la ratifica della Convenzione? Intanto il Governo dovrà istituire un Osservatorio che dovrà promuovere, proteggere e monitorare l’applicazione del documento ONU. Sono già previsti 500 milioni di € l’anno per la creazione di questa struttura, che vedrà all’interno le regioni e tutte le autonomie locali, gli enti preposti all'erogazione dei trattamenti economici (ad iniziare dall'Inps) e a quelli impegnati nella redazione di materiale statistico riguardante la disabilità (anzitutto l'Istat). Con loro, ci saranno le parti sociali, esperti, rappresentanti del terzo settore e le associazioni e organizzazioni rappresentative delle persone con disabilità e dei loro familiari.

E’ logico pensare quindi che, per promuovere l’assistenza personale autogestita in tutta Italia, occorrerà premere innanzitutto a livello locale, utilizzando i percorsi già funzionanti, affinchè vengano destinate risorse per nuove sperimentazioni rivolte alla progettualità personale dei disabili.

Per avvalorare quanto appena scritto ricordiamo che nei giorni scorsi ha avuto luogo a Bruxelles, presso il Charlemagne Conference Centre, la tradizionale Conferenza organizzata nel corso della prima settimana di dicembre dalla Commissione Europea e dall’EDF (European Disability Forum), per celebrare la Giornata Europea delle Persone con Disabilità (3 dicembre), attraverso un’iniziativa mirata a favorire lo scambio di buone prassi e un confronto aperto sulle politiche in grado di garantire l’inclusione sociale delle persone con disabilità all’interno dell'Unione Europea.

Il tema centrale scelto per la Conferenza di quest’anno, Agire localmente per una società accessibile a tutti, questo a caratterizzare il sostegno che la Commissione Europea può fornire alle autorità locali per promuovere azioni volte all’integrazione delle questioni legate alla disabilità in tutti gli ambiti delle loro politiche. In particolare la terza sessione ha rappresentato anche l’occasione per dare risalto alle buone prassi realizzate a livello locale riguardo a progetti mirati all’inclusione delle persone con disabilità e il punto di partenza per le prime consultazioni attinenti alla nuova Strategia Europea 2011-2022 sulla Disabilità.

Quanto agli interventi in Finanziaria, il sottosegretario Eugenia Roccella ricorda che il Fondo per la non autosufficienza è rimasto inalterato e non è stato interessato dai tagli di bilancio, che comunque sono "più ridotti di quello che la stampa ha dato ad intendere". In riferimento alla Convenzione Onu approvata dal Consiglio dei ministri, il sottosegretario parla di una "Carta costituzionale della disabilità" oltre appunto alla creazione di un Osservatorio sulla disabilità che abbia una responsabilità diretta nella realizzazione delle politiche sociali. Da Roccella arriva anche una critica alla tendenza a considerare l'autosufficienza come unico criterio per determinare la qualità della vita: "La relazione e la dipendenza da altri non sono un disvalore: per quanto sia una meta condivisa da tutti l'autosufficienza non può essere il parametro in base al quale valutare la propria esistenza e lo stesso diritto alla vita".

Nel messaggio inviato in occasione della ricorrenza del 3 dicembre il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha ricordato: è importante che, pure in una fase di "innegabile difficoltà per la finanza pubblica le esigenze di sostegno e di supporto delle persone con disabilità e dei loro familiari non siano sottovalutate, perché proprio in questa periodo di crisi, nel quale tanti cittadini italiani sono chiamati ad affrontare nuovi problemi, questa parte della nostra cittadinanza deve sommare i nuovi problemi agli antichi". E il risultato "può essere troppo pesante in assenza di supporti adeguati". Napolitano aggiunge inoltre che "il sostegno diretto in trasferimenti di reddito, detassazioni, servizi è necessario, ma non sufficiente". La Convenzione delle Nazione Unite per i diritti delle persone con disabilità, il cui disegno di legge di ratifica è stato da poco approvato dal Consiglio dei ministri, sottolinea con chiarezza, osserva il presidente della Repubblica, che "la disabilità è un concetto in evoluzione", perché è il "risultato dell'interazione tra menomazioni e barriere comportamentali e ambientali".

Cosa pensare? Un grande della storia disse che “la strada per l’inferno è lastricata di buone intenzioni”.

Probabilmente la ratifica della Convenzione è un atto dovuto e non è assolutamente certo che, per noi disabili, tutto dopo si risolva con essa. Servono quindi azioni organizzate e mirate, supportate da proposte valide sotto l’aspetto economicamente sostenibile e quindi esigibile. Solo tenendo conto anche di questo aspetto, peraltro ben dimostrabile, si può parlare di persona disabile indipendente e non solo assistita. La piena integrazione nel contesto sociale prevede la partecipazione “attiva” della persona, sotto tutti gli aspetti della vita, a prescindere dalla disabilità ma anzi, in base alle proprie capacità, supportate da una politica di eliminazione di ogni barriera.

Se noi valiamo, dobbiamo dimostrarlo.

 

Buone Feste e un sereno 2009 dal Consiglio Direttivo 

 

 

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