Grande risultato al convegno sulla Vita Indipendente in Abruzzo.

 

Tanta partecipazione e tanto interesse per la Vita Indipendente, finalmente anche in Abruzzo. C’erano molti disabili, i diretti interessati, tanto pubblico, e soprattutto tanti “politici” vicini alle problematiche della disabilità. Il convegno, organizzato dalla ATS Abruzzo Accessibile, dall’Ufficio Disabili del comune di Montesilvano, noto per la sua rilevanza a livello nazionale, e dalla UILDM, ha portato finalmente alla ribalta l’importanza di una vita autonoma e delle scelte fatte direttamente dai disabili sulla loro vita indipendente .

Nicolino di Domenica, responsabile regionale, ha spiegato cosa sia la Vita Indipendente, e soprattutto quale risparmio essa comporti per le casse pubbliche, Germano Tosi, utilizzatore di Vita Indipendente in Piemonte, ha mostrato concretamente i benefici della Vita Indipendente, suscitando l’invidia dei disabili abruzzesi, ancora esclusi, a causa di un decennale ritardo della pubblica informazione e forse anche della colpevole mancanza di informazione da parte dei loro “gestori”. La d.ssa Sisto, già assessore alla provincia di Chieti, ha illustrato il timido ancorchè coraggioso esperimento da lei promosso. Il sindaco di Montesilvano, Pasquale Cordoma, il presidente del consiglio comunale Valter Cozzi, che non ha voluto mancare per quanto febbricitante,il Presidente della Provincia di Pescara, Guerino Testa e l’assessore regionale ai trasporti e alla mobilità, Giandonato Morra, hanno ascoltato, preso atto e garantito il loro impegno a sostegno della proposta di legge regionale. Ha brillato per la sua assenza l’assessore regionale alle politiche sociali Paolo Gatti, il quale però, in una nota inviata agli organizzatori, ha richiesto di essere informato sugli atti garantendo una sua azione a favore della Vita Indipendente. Tutti, hanno apprezzato la grande disponibilità politica e personale dell’assessore regionale alla mobilità Giandonato Morra che è rimasto presente per tutta la durata del convegno, mostrando un vivo interesse e soprattutto promettendo un tavolo tecnico regionale sulla questione.

Eclatante è stata la massiccia partecipazione dei disabili in prima persona, i quali nel dibattito finale hanno saputo esternare in maniera concreta le difficoltà di una vita NON INDIPENDENTE causata dalla insensibilità e a volte, ottusità di chi, fino ad ora ha deciso per loro e sulla loro pelle.

Si è notata la scarsa partecipazione del mondo dei cosiddetti “rappresentanti” della disabilità, e del mondo della informazione, tutto preso da evidentemente più importanti e socialmente più rilevanti “passerelle mediatiche”.

Camillo Gelsumini

  

 APPENDICE

L’INFORMAZIONE

Alcuni anni fa, ci fu una polemica tra una nota mattatrice della TV della domenica pomeriggio e le carrozzine. Tutto verteva sul fatto che le carrozzine non le vuole nessuno sui media perché non interessano e fanno cadere l’audience. Un noto politico locale mi disse chiaramente, anche lui alcuni anni fa, che le carrozzine “non portano voti”. Allora, cosa bisogna fare per avere quel minimo di attenzione dei media?

Mi rivolgo a VOI, giornalisti, redattori, operatori e professionisti dei media. Cosa dobbiamo pensare quando dedicate articoli alla “terza laurea” di un signore di cui non si conoscono altri meriti oltre alla capacità cementificato ria e moltiplicatoria di milioni di euro in banca, quando dedicate quasi mezza pagina di giornale ad un supermercato che chiude temporaneamente per restauri, quando nella stessa giornata siete tutti a rincorre re una inutile passerella mediatica e politica  e ignorate contemporaneamente un convegno di portata regionale su un argomento epocale per la vita di migliaia di persone facenti parte di una categoria ignorata e bistrattata?

Dove vanno a finire tutti i principi di professionalità, etica, solidarietà, ma anche solo di buon senso che dei professionisti dovrebbero avere?

Le nostre spalle sono grosse, siamo abituati ad essere ignorati, vilipesi, insultati e bistrattati. Le nostre energie sono limitate come i nostri mezzi. Però, riflettete:  VOI siete gli stessi che parlano di decadimento di costumi, coscienze e moralità. Allora ci chiediamo: quanta responsabilità è da attribuire a voi stessi?

Non vi sentite per niente responsabili e in colpa?

Avete anestetizzato così facilmente le vostre coscienze?

Solo un piccolo promemoria: non dimenticate che invecchierete anche voi, i vostri familiari e i vostri figli. Allora, quando la disabilità, con tutta probabilità colpirà anche voi, forse solo allora capirete … e allora, forse sarà troppo tardi per essere perdonati.

 

 

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